Castello
Scaligero, Malcesine (VR)
Giampiero Poggiali
Berlinghieri
"Opere
multimediali e interattive"
10 giugno 6 agosto
2006
Inaugurazione:
sabato 10 giugno ore 11
Orario:10-13 e 15-18 – martedì chiuso
Informazioni:
Biblioteca Malcesine tel. 045/6570499
biblioteca@comunemalcesine.it
in collaborazione con artestudio53
https://www.artestudio53.it/arte/
Catalogo Morgana
Edizioni
A cura di, Alessandra Borsetti Venier
Catalogo Morgana Edizioni
A cura di, Alessandra Borsetti Venier
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... Con
l'opera “Delfo” nel 1997 entra in scena, dopo
l’ottima precedente esperienza pittorica, anche un
computer e appaiono elementi di una robotica self
made, che non nasconde la sua origine da bric
a brac e anzi sottolinea la sua estetica del
riuso. Gli oggetti non muoiono, ma si trasformano.
In questa concezione Poggiali attua uno spostamento
della sua poetica inglobando anche, non solo uno
strumento di lavoro e di scambio per eccellenza di
questi tempi, il personal computer, ma anche
operando sul versante del recupero e della
conservazione. Infatti il paradosso è che la
tecnologia fa presto a invecchiare. Ogni oggetto
prodotto in serie rischia in pochi anni di
scomparire, perde il suo fascino d’attualità e
assume i contorni del vecchio e del desueto... In
effetti, da questo punto di vista i lavori di
Poggiali vanno invece verso un’altra direzione
perché rendono inattuale l’elemento mediatico e
high tech. Creano una sorta di cortocircuito
temporale. Non solo hanno l’aspetto giocoso di
qualcosa che non può fare paura, ma nello stesso
tempo, inglobando una tecnologia elementare si
spostano nell’asse del tempo verso un momento di
sospensione. Si veda per esempio “Pfaff” del 2002,
vera e propria cattedrale tra vecchia (la macchina
da cucire) e nuova tecnologia (il sensore a
infrarossi). In effetti l’effetto Poggiali fa
sì che il futuro, il mondo spogliato dall’umanità e
popolato dalle sole macchine, diventi sempre di più
il brutto sogno di un pessimista, che una realtà
possibile. L’artista fiorentino nega con forza ogni
orizzonte heideggeriano di una tecnica che tutto
distrugge in nome di una mera funzionalità senza
scopo altro. In pratica il gioco della
techné annulla le distanze e rende familiare ciò
che è unheimlich. Allora è chiaro che è
l’istinto a prevalere sulla ragione e sui programmi
anche perché di tecnologia si può vivere, senza
bisogno di morire come essere umani ... (dal
testo in catalogo di Valerio Dehò) |