Pierre Restany
La poesia di Poggiali non perde mai, anche nelle sue sculture piu "agguerrite", la consistenza precaria di una memoria estrosa, ingenua e per certi aspetti paradossalmente "smemorata". Nelle pitture di Poggiali, oggetti, figure o fatti non hanno ombra, cioè non hanno peso, sono apparenze vaghe di un sogno ottimista perché leggero. Anche le sue composizioni murali non hanno ombre. Sono fissate sul muro come in un momento di sosta in un volo da farfalla. Anche i personaggi avveniristici del suo periodo virtuale hanno una presenza fisica fragile, un approccio in bilico al nostro orizzonte terrestre. Sono certo delle realtà piu virtuali che contingenti. La poesia di Poggiali non è di tipo decisamente plastico; le sue opere tridimensionali sono forme "impaginate" in frammenti di un grande affresco murale immaginario e, come nella sua pittura, tutto è "sulla pagina". ....... .....A questo stadio della riflessione sul lavoro di Poggiali, mi viene un presentimento intuitivo. E se tutto questo discorso affabulatorio fosse proiettato davanti al nostro sguardo per nascondere una dimensione segreta piu caotica? Un caos innocuo, un'apocalisse gentile, una frattalizzazione leggera. L'elemento virtuale di questa realtà nascosta sarebbe come la prefigurazione allusiva di un ordine nel caos, e tutto questo accadrebbe senza drammi. L'universo di Poggiali ignora la drammaticità del realismo cosmico. Le nuvole dell'artista non sono portatrici di fulmini o di temporali devastatori. Sono giocattoli fra tanti altri. Lo spazio si autolimita secondo gli impulsi della coscienza ludica. I1 senso dello spazio non è mai abissale né vertiginoso. E' lo spazio della favola e del gioco, cioè uno spazio di comodo, leggero come gli elementi che lo attraversano al ritmo di un ballo lento e misurato. E' forse con questa nozione di misura che vorrei concludere questa mia riflessione sulla realtà virtuale di Poggiali: una realtà ludica basata sulla pratica di un gioco civile, ingenuo ed umano nel senso piu profondo della parola. E questo concetto di misura è un concetto strutturale, è la spina dorsale del sogno dell'artista attraverso la progressiva evoluzione morfologica del suo linguaggio. La storia di questo tipo d'arte è discreta come lo è la sua memoria e questa discrezione, allergica ad ogni abuso eroico, può giustamente sembrarci una ricetta di felicità, una favola pratica di un benessere naturalmente destinato a servire da motivazione esistenziale ai cuori semplici, alla gente che è naturalmente libera dalle pesanti leggi di spessore delle coscienze troppo chiare e troppo ben organizzate nella loro inserzione nei tessuti sociali. La filosofia di Poggiali si riassume in due parole chiave: gioia e libertà. Potrebbe essere la chiave di un nuovo paradiso. |