Mario Luzi
Da Poggiali Berlinghieri - Firenze ti @mo -catalogo
della mostra
al Consiglio Regionale della Toscana,
Morgana Edizioni, Firenze 2002.
Notazioni
Rimpiango
l'apertura aerea, luminosa che sulla destra della stazione di Santa Maria
Novella mandava lo sguardo ai monti azzurri in lontananza, un orizzonte
chiaro e felice oggi accecato da squallide pensiline e baraccamenti.
Le poche vie di Firenze rettilinee tentano l'occhio e la mente con un
certo fervore.
Sono chiuse o aperte al nuovo le antiche vie di Firenze? Sono cosi
essenziali che tutto puÚ essere accolto e tutto respinto o vanificato.
I luoghi di una cittý che si sentono conclusi in se stessi attirano i
turisti ma tradiscono la civitas.
L'oriente a Firenze Ë di casa cosi come l'occidente un po' atlantico. Dal
Porcellino a via dell'Ariento al Lungarno o alle Cascine del vento
occidentale di Shelley.
Il nuovo Ë il moderno? Il moderno Ë il nuovo? Il nuovo Ë moderno, il
moderno Ë nuovo? MacchÈ.
Una nuvoletta bianca, un cirro nel cielo azzurrissimo verso il termine del
rettilineo di via Cavour, sopra il Parterre e il Mugnone e pi˜ in lý...
quali viaggi mitici lascia immaginare...
Le stesse vie le possiamo avere percorse tenuti per mano dai genitori,
portati da sandali di vento del desiderio dell'amata, su abolizioni
ansiose di ogni distanza, in nuove impensabili identitý del luogo...
Le presenze sulla scena fiorentina sono troppo presenti per lasciare
margini a fughe dell'immaginazione? Ora lo penso, ora lo nego. Tuffo puÚ
apparire, accadere, agire nella cittý murata e nelle sue adiacenze. Come
al solito perÚ non avrý pietý verso il fasullo che si sia
provvisoriamente istallato e fatto credere nel suo aperto scenario. In
questo Ë crudele e la sua crudeltý le si legge in faccia.
Quel crepaccio tra casamenti Ë Firenze, una via di Firenze. Ma poco pi˜
avanti si incastella in un fortilizio duro e leggiadro a picco sopra i
passanti... » l'Oriente crociato dai nostri antichi pittori.
Possono crearsi virtualitý di ogni genere in Firenze, ma devono poi
concretizzarsi alla svelta. La sospensione di credulitý qui dura poco.
Scommette parsimoniosamente su se stessa, Firenze. Pi˜ sulla normale e
fiduciosa vitalitý delle generazioni. Insomma non presume troppo di sÈ.
Non c'Ë boria nelle sue vene. I suoi antichi segni d'imperio erano la
sanzione di un potere acquisito, non un proclama. E la fede aveva la sua
esatta statura.
Mario Luzi

Mario Luzi
Da Poggiali Berlinghieri - Monumenti uno
Comune di Sesto Fiorentino, Edizioni
ArteStudio53, Firenze 2000.
Mi
attraggono con viva, ingenua, immediata simpatia le "ingegnerie"
di Poggiali Berlinghieri che sono teoremi e ricerche, d'accordo, ma ci si
offrono come gioiose invenzioni. Invenzioni di un pittore che tale Ë
rimasto nonostante il confluire nella sua creativitý di altre tecniche.
Da un bel numero di anni l'impulso fondamentale dell'artifex ha chiamato a
raccolta le risorse e i talenti di
Poggiali Berlinghieri senza sacrificare perÚ la visione speculativa che
continua a cercare il suo "fuoco".
Nei tempi pi˜ recenti quella attitudine si Ë pronunciata meglio come
vera volontý di costruzione.
Mi pare un momento felice della vicenda artistica di Poggiali Berlinghieri
. Ho ancora negli occhi ammirati il
"Pegaso" di Sesto Fiorentino nel suo spazio circoscritto ma
aperto, il corpo teso, il volo incipiente. Splendido
nel sole, splendido nel controsole.
Mario Luzi
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